ARTISTA TOSCANA DI NASCITA MA VALDAGNESE DI ADOZIONE: Dal padre pittore, Umberto Chellini, eredita la passione per la pittura, ma di formazione è autodidatta sia nell’arte pittorica sia nell’arte grafica. Marisa Benetti si ispira alla natura come fonte inesauribile di emozioni, per una composizione di memoria e di fantasia. La sua pittura è lirica e tende a registrare una musicalità interiore. Il suo stile figurativo, post-impressionista, coglie nella realtà tutto quello che è eccitante, con una mobilità di luci e di ombre, una freschezza di forme e di colori che sono lo specchio di un’armonia interiore che vibra di fronte all’armonia del creato e al suo miracoloso rinnovarsi. Anche quando la rappresentazione si fa analitica, minuziosamente descrittiva, come avviene talvolta nei disegni e nelle acqueforti, l’artista non ci dà mai una riproduzione fotografica della realtà, ma una personalissima interpretazione. L’immagine, infatti, per un frantumarsi della materia, nell’impulso emotivo, istintivo e frenetico di cogliere la realtà, diventa un’immagine mentale, rarefatta, quasi metafisica. Fin dalle sue prime mostre, i disegni a china, acquarellati o no, hanno riscosso il successo della critica:” L’artista predilige immagini di natura che la trasparenza fa essere leggere come pensieri…” “…Marisa Benetti scrive armoniosamente fiori, felci, cardi, piante sottili e delicate e ne derivano piccoli mondi in tumulto, oppure serene immagini di spazi, di luce, distensivi e rassicuranti…, un gioco intelligente, pensieroso, talvolta complesso e pieno di misteri…”. “Marisa Benetti usa la matita e la penna con agilità sorprendente e, nello stesso tempo, spontanea”. ” Parrebbe impossibile raggiungere tecnicamente certe forme espressive, in cui il segno diventa pulviscolo, impalpabile sfumatura che scorre sulle cose, accarezzandole per dircele nella loro più fedele e felice immediatezza…”. Dal disegno all’acquaforte per la Benetti, il passo è stato inevitabile. Le sue incisioni sono apparse subito preziose all’occhio esperto della critica: dal prof. Paolo Bellini, dell’Università Cattolica di Milano, al critico prof. Enzo Di Martino del Centro Internazionale della grafica di Venezia, dal prof. Francesco Carnevali,presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino ai critici professori Salvatore Fazia e Giuliano Menato… Tutte le incisioni della Benetti vengono eseguite scrupolosamente a casa dall’artista, iniziando dal taglio della lastra di zinco alla pulitura a specchio della medesima, subito dopo verniciata a cera e affumicata. Si passa quindi all’incisione sulla cera usando un punteruolo dalla punta sottile come un ago da ricamo; quindi si procede alle numerose “morsure” nell’acido nitrico, fino alla pulitura della lastra, alle eventuali correzioni e alla stampa degli esemplari numerati e firmati in carta pregiata dalla stessa autrice. Dopo un’esperienza di circa vent’anni di grafica, dall’acquaforte alle litografie originali ( dove tutti i colori dell’immagine vengono stampati con torchi a mano dalle lastre disegnate esclusivamente dall’artista) , la Benetti ritorna ai suoi primi amori: i dipinti ad olio su tela, richiesti ormai dall’esigenza del mercato da quasi tutte le gallerie.