Nato a Minturno nel 1952, l’ artista Antonio Conte ha frequentato l’Istituto d’Arte per poi proseguire gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Roma con il maestro Franco Gentilini. Ha realizzato dieci acqueforti colorate a mano de “La sera Fiesolana” di Gabriele D’Annunzio, èdite da “Arte Grafica Lombardi” di Roma; ha dipinto le copertine dei libri dei poeti Massimo Conte e Mario Stefanelli; la copertina del mensile “Agricoltura” sotto l’egida del Ministero dell’Agricoltura e Foreste; la prima e la quarta di copertina del libro di Mario Rizzi: “Alla riscoperta delle radici linguistiche e culturali di Minturno”; la copertina del testo di Rosa Cannella e Mario Tuccinardi: “Minturno nella Seconda Guerra Mondiale”; la copertina del libro di Mons. Paolo Capobianco: “Il gabbiano di Ventotene”. Infine, ha dipinto la copertina: “Il diporto nautico in Italia”, anno 2003, èdita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I dipinti del pittore pontino Antonio Conte associano al loro interno peculiarità che fanno di lui un artista di statura internazionale. Lo stile veemente dell’autore, riconoscibile nella dinamicità, nel colore e nella luminosità, genera sensazioni di grande suggestione e porta i suoi pensieri lontano dalla realtà quotidiana. Un protagonista “prepotente”, che segue una sua ricerca pittorica e trova la sua “liason” nella fonetica cromatica, per cui la consonante finale, di tipo formale, non si pronuncia palesemente, ma trova collocazione in una configurazione primogenita. Il maestro realizza, così, nella sua rappresentazione, una realtà artistica da ascriversi nel sogno, nel desiderio e nell’entusiasmo pittorico. Si tratta di dipinti di grande impatto emotivo e di comunicazione interiore, dove l’artista ha saputo unire, con grande alchimia filosofale, una poetica di tipo reale ad immagini propositive di una pittura originale, “non oggettiva”. In queste rigogliose composizioni la sensibilità coloristica trascende da ogni debolezza melodica, per conseguire un risultato pervaso da una forza di rinascita spirituale che attraverso la meditazione e il sogno, assume la violenza di visioni musicali, senza piegare l’impatto a forme di sofferenza. Il pittore-poeta controlla tutti gli elementi fondamentali dell’operare artistico: la forma, la materia, il colore e la luce e, come in ogni progetto che si rispetti, riesce a raffigurare la sua vena creativa, in cui la sontuosità della sostanza pittorica s’impossessa dell’intera superficie della tela. In tale contesto Antonio Conte propone un proprio concetto “discorsivo” sulla razionalità della visione della mente, in contrapposizione alle virtù etiche relative alle diverse occorrenze della vita. Un’immagine originale che nasce dalla “parola” cromatica e non una parola che sorge dalla figura comparativa. In questo senso, l’astrazione della forma non si apparenta con le immagini presentate da Jackson Pollock e Willem de Kooning, (che producono prototipi con metodi aggressivi di colore lanciato o lasciato sgocciolare nella tela: action painting), ma si espone con un motivo personale, dove gli elementi curvilinei, formali e disomogenei, si propagano liberamente sulla tela, esprimendo i sentimenti lirici del protagonista. Non c’è casualità nel flusso delle geometrie dinamiche, ma solo l’espressione di una libera trasposizione informale, dove le tinte acriliche, i pigmenti e la materia, s’incastrano o si liberano in un coacervo di colori e placente di vita, in cui l’idea, mantiene intatta la sua astrazione radicalizzata. Critico d’Arte Antonio Sorgente