Paglione G. Leo

  • Data
    14 Maggio, 2020
    Numero: 261 Autore: Paglione G. Leo Titolo: Domenico Petrone mentre dipinge Tecnica: Olio su compensato Misura: cm. 43,5x33,5 Firmato: In basso a destra Documenti: Certificato della galleria e dichiarazione di autenticità del figlio del pittore su foto. Cornice: Si
  • Data
    14 Maggio, 2020
    Numero: 432 Autore: Paglione G. Leo Titolo: La fuga in Egitto Tecnica: Pastelli su carta Misura: cm. 37x40.5 Firmato: in basso a destra e datato 1974 Documenti: Certificato della galleria e dichiarazione di autenticità del figlio del pittore su foto. Cornice: Si  
  • Data
    26 Febbraio, 2024
    Numero: 12 Autore: Paglione G. Leo Titolo: Gesù con gli Apostoli Tecnica: Olio su cartone pressato Misura: cm. 31x50 Firmato: In basso a sinistra e datato '95 Documenti: Certificato di autenticità della galleria, cenni biografici del pittore, certificato di provenienza e dichiarazione di autenticità del figlio del pittore su foto Cornice: Si
  • Data
    28 Giugno, 2021
    Numero: 460 Autore: Paglione G. Leo Titolo: Autoritratto Tecnica: Olio su tela Misura: cm. 60x50 Firmato: In basso a sinistra Documenti: Certificato della galleria e dichiarazione di autenticità del figlio del pittore su foto Cornice: Si

Biografia

Nasce a Capracotta il 12 giugno 1917. I suoi sono inizi da pittore autodidatta, e già a quattordici anni decora appartamenti privati. Nel 1937 incontra a Campobasso il maestro Amedeo Trivisonno, il quale, apprezzando le qualità del giovane, gli offre il suo insegnamento disinteressato, gli fa abbozzare figure e poi, verificatone le doti artistiche, gli affida la realizzazione di alcune parti di affreschi nelle chiese molisane a cui stava lavorando. Come Trivisonno, P. mostra di apprezzare l’arte rinascimentale e i grandi maestri del neoclassicismo. Da quegli anni si snoda una biografia artistica ispirata all’assunto «La natura è maestra, e il vero è un controllo che non può sfuggire», sicché il suo percorso «è permeato da una stesura che non mostra trasformazioni sostanziali, bensì maturata riflessione, progressivo affinamento nell’interpretazione soggettiva e negli accostamenti cromatici. Un percorso ove hanno trovato ampio spazio la luce, i colori mediterranei, i paesaggi molisani, che emergono attraverso una ricerca mediata dalla ‘maniera’, quindi dal momento di più consapevole riflessione» (R. Frattolillo). Una svolta nella espressione artistica di P. avviene alla partenza di Trivisonno per il Cairo, perché allora egli si avvicina allo stile di Marcello Scarano. Dal ’45 in poi comincia un’intensa attività come decoratore di cappelle e chiese di Campobasso e provincia, Isernia e provincia, ma anche di Avellino e Roma (convento delle suore Immacolatine). Nel 1948 è presente alla Mostra nazionale di Pescara, a cui seguiranno, nel ’58 e nel ’59, quella di Termoli e la Mostra nazionale Enal di Campobasso, dove è premiato con medaglia d’argento. Si succedono altre collettive e personali, in cui sempre, coerentemente alle proprie scelte, si legge una costante ricerca del vero, come pure una voluta attenzione rivolta al passato, considerato non come semplice citazione, ma piuttosto come discorso sulla memoria. Nella vasta produzione artistica di P., occupa un posto di rilievo la pittura da cavalletto. «Interessanti sono i suoi paesaggi dai toni luminosi, le nature morte dalla ricca gamma cromatica e la ritrattistica» (C. Carano). In quest’ultima specialità, egli si mostra fine interprete della figura che gli sta di fronte, cogliendo gli aspetti psicologici della personalità, e tuttavia non supera mai il rispetto che deve alla vicenda umana di ciascuno, mostrando, con il suo segno, una partecipazione sentita ma discreta. Alla ricca galleria di ritratti, numerosissimi, quasi tutti di proprietà privata, bisogna aggiungere le opere conservate nelle chiese (Trivento, Casacalenda, Sepino, Montefalcone, Pescopennataro, Isernia, Carpinone, Capracotta, Carovilli, etc.). Nel ’94 ha realizzato il ciclo della Via Crucis (14 tele) custodito nella chiesa di S. Giovannello, a Campobasso. P. ha trasmesso la passione per la pittura al figlio Francesco, che nella sua produzione mostra un evidente senso del colore e della forma. Il 19 maggio 2004 P. è stato celebrato al Dopolavoro ferroviario di Campobasso con l’ importante iniziativa “Una vita per l’arte”, in cui sono intervenuti numerosi esperti e conoscitori della sua arte, quasi un compendio della lunga e ricca opera dell’artista. Due giorni dopo P. viene investito da una moto mentre attraversa la strada, sotto casa sua, e muore, tra il cordoglio della popolazione e del mondo culturale molisano.