Nato il 23 Agosto 1909 a Monte San Giovanni Campano (Frosinone), scomparso a Roma il 1 Ottobre 1986. Fin da giovanissimo, seguendo le orme e l’insegnamento del padre Luigi, che esercitava con particolare successo l’attivita’ artistica, e dal noto studioso Gaetano Raponi, medico di Colli (FR), Manlio Sarra ha mostrato il proprio interesse e la personale predisposizione per la pittura. Numerosi sono i paesaggi e i ritratti eseguiti dall’adolescente Sarra che, oltre a testimoniare l’interesse per l’arte moderna, e in particolare per il post-impressionismo, possono considerarsi, nonostante la giovane eta’ dell’autore opere di elevato contenuto pittorico. Uno di questi dipinti, dal titolo “L’alcolizzato”,raffigurante un vecchio seduto con un bicchiere in mano, fu nel 1966 al centro di una vicenda giudiziaria, alla quale fu dato ampio risalto dalla stampa dell’epoca, poiche’ fu venduto ad un’asta per 250 milioni di lire perche’ ritenuto opera di Cezanne. Nel 1930 Sarra si trasferi’ a Roma dove, oltre a seguire come vincitore di una borsa di studio i corsi dell’Accademia di Belle Arti ove fraternizzo’ con Orfeo Tamburi, Luigi Montanarini e Pericle Fazzini, frequento’ lo studio del pittore corso Henry Filippi ed ebbe occasione di lavorare con alcuni artisti Prix de Rome, divenuti in seguito molto noti al livello internazionale, tra i quali Le Tondy, Brajer, Serrure e Savary. Testimone e partecipe degli eventi artistici che si evolvevano nell’ambiente della Capitale, Sarra recepi’ e fece proprie le proposte realistiche della Scuola Romana pur conservando una personale fisionomia nell’interpretazione della realta’. Dopo aver partecipato col grado di ufficiale alla seconda guerra mondiale, Sarra aderi’ al Movimento Art-Club del pittore polacco Jarema, ed ottiene l’insegnamento al Liceo Artistico ed all’Accademia di Belle Arti di Roma. Gli anni ’50 possono considerarsi fondamentali ai fini della “definizione” del linguaggio di Manlio Sarra. E’ in questo periodo, infatti, che l’artista avverte il bisogno di un ritorno alle “origini”, alla propria terra. Nascono cosi’ i “Ritratti” dell’ambiente ciociaro. I mercati, le feste paesane, dove i contrasti cromatici hanno una prorompente luminosita’, e le serene scene campestri sono realizzati in una sorta di scomposizione delle forme che, pur mantenendo integre le connotazioni del figurativo, assumono quella “caratteristica” dimensione astratta che identifica l’opera di Sarra. Numerose le testimonianze della critica sull’artista sia in occasione di collettive in Italia, tra le quali la XXVIII Biennale di Venezia, e tutte le Quadriennali romane allestite dal 1947 al 1965, e in Svizzera, in Inghilterra e in Giappone, sia delle personali ordinate, oltre che nelle maggiori citta’ italiane, negli Stati Uniti, in Svizzera e in Francia. Nonostante gli impegni dovuti all’insegnamento, Sarra ha compiuto numerosi soggiorni in Francia, in Canada, in Israele, in Iugoslavia, in Svizzera e negli Stati Uniti ove ha avuto la possibilita’ di confrontare le proprie proposte con quelle emergenti a livello internazionale ottenendo importanti riconoscimenti. Nel 1966, infatti, gli fu offerta la conduzione dei corsi di studio nelle Scuole d’arte dello Stato dell’Ontario dal Department of Education del Canada. Sin dai primi anni ’50 Manlio Sarra e’ stato fautore di iniziative per la creazione di premi di pittura e scultura, (Valle Roveto, Avezzano, Monte San Giovanni Campano ecc…) ricoprendo spesso anche cariche di presidente di giuria. Nel 1982, Manlio Sarra in collaborazione con il Comune natio, Monte San Giovanni Campano, ha creato e diretto con successo fino al 1986 ” La Libera Accademia di Pittura”. Nel 1979, Manlio Sarra assieme al figlio Francesco ha fondato a Roma, in via di Ripetta (davanti all’Accademia di Belle Arti), la Galleria “Porto di Ripetta”, che ha operato con successo fino al 1987, allestendo mostre personali-rassegne e collettive a carattere internazionale. Significative, ai fini di una piu’ precisa lettura dell’opera di Sarra, le opere realizzate in edifici pubblici, come gli affreschi della Prefettura di Frosinone, l’affresco per l’ospedale civile di Sora (FR), l’affresco presso il Comune di Sperlonga (LT) l’affresco per il Caffe’ Ariston di Frosinone (al cui posto sorge ora la Banca Popolare del Frusinate), e i mosaici dell’Ospedale Civile di Vibo Valenzia e dell’Ospedale di Chiaravalle Centrale (Catanzaro), e religiosi tra le quali i pannelli della Chiesa di S.Alessio all’Eur a Roma, la pala d’altare “Battesimo di S.Giovanni Battista” presso la Chiesa Collegiata S.Maria della Valle in Monte San Giovanni Campano, Stazione Via Crucis(olio su tela) presso la chiesa del Sacro Cuore in Celano(AQ) 1973, il S.S. Sacro Cuore olio su tela-pala d’altare della navata sinistra per la Cattedrale S.Maria a Frosinone (andato distrutto nel 1999, per un incendio e sostituito da un’opera ispirata allo stesso soggetto dipinta dalla pittrice Paola Patrizia Pilo Bacci, sua allieva, e da lei stessa dedicata al suo maestro) , “Pietro di San Giuseppe di Betancur” olio su tela-pala d’altare per la chiesa della Congregazione delle Betlemite a Roma, “Pietro di San Giuseppe di Betancur” olio su tela 50 x 70 (bozzetto) donato al Pontefice Giovanni Paolo II per il Museo della Citta’ del Vaticano, “La fondatrice dell’Ordine delle Betlemite” olio su tela-pala d’altare per la chiesa della Congregazione delle Betlemite a Roma, “Pesca Miracolosa e Gesu’ che parla dalla collina” olio su tela-pale d’altare per la Cattedrale di S.Maria a Frosinone. “Via Crucis di artisti contemporanei: Ottava stazione, Gesu’ incontra alcune donne piangenti” olio su tela Chiesa di San Bartolomeo Cerchio (AQ).