Cerino Franco

  • Data
    9 Maggio, 2020
    Numero: 262 Autore: Cerino Franco Titolo: Natura morta Tecnica: Olio su tela Misura: cm. 30x60 Firmato: In basso a destra Documenti: Certificato della galleria e dichiarazione di autenticità della moglie del pittore su foto. Cornice: Si
  • Data
    26 Febbraio, 2024
    Numero: 19 Autore: Cerino Franco Titolo: Scena contadina Tecnica: Olio su tela Misura: cm. 70x80 Firmato: In basso a destra Documenti: Certificato di autenticità della galleria, cenni biografici del pittore, certificato di provenienza e dichiarazione di autenticità della moglie del pittore su foto Cornice: Si

Biografia

Una delle differenze principali che intercorrono tra un bravo pittore figurativo e colui che riesce solo a pasticciare con i colori è la capacità di saper osservare, ovvero di cogliere ogni dettaglio della visione reale. Questa era la peculiarità principale che faceva di Franco Cerino un artista. Pittore, professore e grafico pubblicitario dalla memoria fotografica strabiliante e dall’infinita umiltà. Scomparso nel 2004, il suo ricordo resta indelebile nelle sue tele dai colori tenui e le tonalità morbide, quasi gentili proprio come era lui. “A me sembra ancora di vederlo lì, in giardino all’opera, armato della sua tavolozza e dei suoi pennelli” – racconta la figlia Tiziana con gli occhi lucidi, e continua – “Quando dipingeva era come assente. Totalmente assorto nel suo mondo artistico, a tu per tu con la sua tela e non c’era modo di staccarlo da lì”. Franco Cerino era un campobassano verace, profondamente innamorato della sua città e del Molise, allontanatosi da esso solo il frangente di specializzarsi nella sua passione frequentando l’Accademia di Belle Arti a Milano. Il suo amore per la pittura gli viene trasmesso dal fratello più grande, scomparso prematuramente, e che l’artista farà suo trasformandolo in un legame indissolubile che contribuirà a mantenerne vivo il ricordo in tutta la sua produzione artistica. Cerino prima che un maestro nella sua arte era soprattutto un uomo tra gli uomini, dipingendo la sua vita con i colori dell’umiltà, della gentilezza e dell’umanità. Un uomo semplice, ma proprio di un dono speciale che anziché tenere per sé amava condividere senza sfoggiarlo o vantarsene. “Mio padre non era uno di quegli artisti che amava stare sulla ribalta. Per esempio, quando gli capitava di vincere qualche gara di pittura estemporanea non saliva neanche sul palco a ritirare il premio” dice Luigi, il figlio maschio, dai lineamenti del volto marcatamente somiglianti a suo padre e continua “Papà per me era innanzitutto un amico e a volte avevo difficoltà a distinguere chi fosse il genitore e chi il figlio tra noi due”. Franco Cerino era un uomo amato da tutti soprattutto dai suoi alunni. In molti lo ricordano entrare in classe nel suo mitico completo color oliva chiaro, mai senza cravatta e sempre con il sorriso. “Adorava i suoi ragazzi, tutti indistintamente” dice la moglie Maria, dai capelli rossi, sorridendo e continua “Ricordo quando si affacciava alla finestra e gli capitava di vederli passare. “Professò ce la dai una sigaretta?” e lui si portava le dita alla bocca e li guardava con quello sguardo mai severo e sempre amorevole, dietro agli enormi occhialoni neri, come se fossero figli suoi”. Gli occhi della signora Maria ora si fanno più grandi e ciò che li contraddistingue è quel luccichio tipico di una donna affascinata e ancora innamorata del suo uomo a distanza di dodici anni. L’intera casa parla di lui. Le pareti tappezzate dei suoi quadri esprimono il suo amore per la natura, in particolare i verdi paesaggi molisani, per gli squarci di vita agreste, per gli antichi mestieri, quelli più umili e forse oggi dimenticati, per le sue origini da “campuascian santantunare” di cui andava fiero e che ritraeva nelle sue tele raffiguranti i vicoli della città vecchia. Franco Cerino era un personaggio “sui generis” nella sua semplicità, un artista a tutto tondo, attaccato ai buoni valori, che ben ha saputo trasmettere ai suoi figli, e bizzarro quanto basta a renderlo speciale. Sarebbe bello vederlo ancora scarrozzare nel suo mitico maggiolone arancione o assistere ancora ad una delle sue lezioni di arte e di vita che non si dimenticano, proprio come lui. Muore nel 2004.