(Ortona, 7 settembre 1892 – Milano, 31 agosto 1989) è stato un pittore e paesaggista crepuscolare italiano. Nel corso della sua lunga vita artistica articolatasi in quasi otto decenni di intensa attività, Cascella ha saputo mantenere uno stile unico, inconfondibile e pressoché immune dalle contaminazioni delle correnti ed avanguardie pittoriche del novecento. Le sue opere, comprendenti tele, tavole, pastelli e disegni, sono esposte nei più importanti musei italiani e internazionali, tra i quali il Victoria and Albert Museum[1] di Londra, la Galerie nationale du Jeu de Paume di Parigi, il National Museum of History and Art in Lussemburgo, il Musée d’Art Moderne a Bruxelles e la De Saisset Art Gallery dell’Università di Santa Clara in California, dove è esposta una vasta collezione permanente di opere. Copiosa risulta pure l’opera grafica, comprendente litografie, cromolitografie, serigrafie e acqueforti, tecniche che utilizzò sin da ragazzo e grazie alle quali conobbe – soprattutto sul finire del XX secolo – e mantiene tuttora una notevole notorietà presso il grande pubblico. I tratti distintivi del pittore contemperano la superba capacità compostiva, cui si aggiungono la grande padronanza del disegno e le vibranti cromìe, di cui sono esemplari fattispecie le composizioni floreali, nelle quali Cascella tocca vette espressive elevatissime, così come lo sono le vedute, ove raggiunge esiti di impareggiabile freschezza, luminosità e atmosfera. Dopo aver svolto le prime attività artistiche sotto la guida del padre Basilio, nel 1907 tiene, assieme al fratello Tommaso, la sua prima mostra personale nelle sale della Famiglia Artistica Milanese. Nel 1909, sempre col fratello Tommaso, allestisce una mostra nella Galleria Druet di Parigi, partecipando nello stesso anno al Salon d’Automne[2]. Nel 1911 organizza una mostra di disegni a pastello nel ridotto del Teatro dell’Opera di Roma. Tra il 1914 ed il 1915 collabora a La Grande Illustrazione pubblicata dal padre Basilio con disegni ed illustrazioni grafiche, esponendo nel 1917 al Salone dell’Associazione della Stampa e nella Galleria Centrale d’arte a Milano. Partecipa alla prima guerra mondiale. A Roma, nel 1919, tiene una mostra personale alla Galleria Bragaglia e conosce in quella occasione Carlo Carrà che consente poi il trasferimento della mostra a Milano nella Galleria Lidel. Nel 1920 si stabilisce definitivamente a Milano dove frequenta con entusiasmo il poeta Clemente Rebora, da cui confesserà di aver tratto ispirazione per la realizzazione di alcune sue opere. Dal 1928 al 1932 viaggia tra l’Italia e Parigi dove, nel 1937, gli viene assegnata la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale. Nel 1938 esegue le scenografie dell’opera Margherita da Cortona rappresentata al Teatro alla Scala. Dal 1928 al 1942 è presente a tutte le edizioni della Biennale d’arte di Venezia, e nell’edizione del 1948 avrà una sala personale. Dal 1938 risiede a Portofino che diventa una fonte d’ispirazione delle sue opere tarde. Tra il 1937 e il 1938 realizza un grande mosaico nella nuova stazione di Messina Marittima, raffigurante Mussolini che, in una visita a Palermo, “elevava la Sicilia all’onere di essere il Centro dell’Impero”. Negli anni 1950 realizza per la società ceramica italiana di Laveno una serie di disegni (circa 40) denominati, l’Italia vista da Michele Cascella. Questi furono utilizzati per il decoro di importantissimi servizi da tavola realizzati dalla manifattura di Laveno. Dopo la seconda guerra mondiale si fanno più frequenti le sue mostre all’estero: Parigi (negli anni cinquanta e sessanta) ma anche Sudamerica (soprattutto Buenos Aires e Montevideo) e Stati Uniti. E proprio negli USA, in California, si stabilirà per lunghi periodi di tempo, alternando periodi di permanenza in Italia (ha risieduto per alcuni anni in campagna nei pressi di Colle Val d’Elsa) ed in Europa. I soggetti più rappresentati sono fiori, campi di grano e papaveri, i paesaggi abruzzesi e Portofino. Importanti sono state le mostre antologiche di questo periodo. […]