Lupo Mario (Grafica)

  • Data
    20 Novembre, 2021
    Numero: 008 Autore: Lupo Mario Titolo: Al mare Tecnica: Serigrafia su cartoncino Misura: cm. 70x100 Tiratura: 150 copie Esemplare: 35/150 Firmato: In basso a destra Documenti: Certificato della galleria Cornice: Si  
  • Data
    10 Ottobre, 2022
    Numero: 25 Autore: Lupo Mario Titolo: Raccoglitrici di fiori Tecnica: Serigrafia su cartoncino Misura: 50x70 Tiratura: 150 copie Esemplare: 67/150 Firmato: In basso a destra Documenti: Certificato della galleria e cenni biografici del pittore Cornice: Si  

Biografia

Nato a Giulianova nel 1926, trascorse molti anni ad Ancona dove si formò artisticamente. Dal 1954 iniziò a tenere mostre e rassegne personali nelle principali città italiane, esponendo inoltre a New York, Stoccolma, Parigi, Saint’Etienne, Ginevra, Zurigo, Amsterdam, Norimberga, Toronto. Dal 1966 lavorò a Grottammare, e proprio in questa città si svolse nel 1978 la sua prima antologica con la pubblicazione del volume monografico ”Qualche miglio di tela olona” curato da Giovanni Maria Farroni. Anche San Benedetto si fregiò delle sue opere: nel 1977 eseguì un murale di 60 metri quadrati collocato nello stabilimento di un’industria locale e realizzò il monumento dedicato al “Gabbiano” di Jonathan Livingston, esposto al molo sud nel 1986. Nel 1977 ricevette per i suoi meriti artistici il premio “Ginestra d’Oro del Cònero”. Sotto la guida del Maestro Egidio Costantini, fondatore della “Fucina degli Angeli” di Venezia, realizzò nel 1983 delle sculture in vetro, successivamente esposte a Barcellona, Valencia, Pordenone e Parma. Nello stesso anno tenne una rassegna antologica presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Nel dicembre del 1984 pubblicò insieme a Pericle Fazzini la cartella grafica dal titolo “La speranza”, presentata da Dino Calabresi, e l’anno successivo la cartella “Il trittico del mare”, presentata da Francesco Lista, con una poesia di Filippo Decoroso. La città di Osimo ospitò presso il Centro Culturale San Silvestro una sua grande mostra nel 1987. Mario Lupo morì a Grottammare nel 1992. Alcune delle sue personali: “Omaggio a Verga” (Catania, 1972); “Le salmastre attese” (Bergamo, 1974), “Voli attese e magiche trasparenze” (Bergamo, 1985), “Racconti della Daunia” (Foggia, 1975), “Racconti di acqua amara” (Ginevra, 1980), “Gli olivastri di Torre Mileto” (Milano – Roma -Torre Ischitella sul Gargano, 1981). (testo di Luciano Marucci) “La sua attività non si limitava alla pittura e all’incisione, ha prodotto varie scenografie, un murale di 60 mq per una industria sambenedettese e nel 1986 il monumento al “Gabbiano” Jonathan Livingston eretto sul molo sud di San Benedetto. Ha anche sperimentato la tecnica del vetro lavorando a Venezia sotto la guida di Egidio Costantini, nella “Fucina degli Angeli”. Le sculture di quel periodo sono state esposte a Valencia, Pordenone e Parma. Nel 1987 ha tenuto una grande esposizione presso il Centro Culturale San Silvestro di Osimo. E, l’anno dopo, ha presentato il volume “Il Cristo di tutti” con 11 poesie di Padre David Maria Turoldo al Centro San Fedele di Milano in una mostra sul mistero della croce, trasferita poi ad Urbino e riproposta nel marzo scorso a Fermo. Nel 1989 ha esposto presso il Rettorato dell’Università di Ancona e ultimato l’autobiografia “Racconto la vita, racconto la pittura”. Nel ‘90 le sue opere sono state portate a Stoccolma e Ginevra. È morto prematuramente a San Benedetto nel 1992. Due le sue retrospettive nel 1996 al Palazzetto dell’Arte di Foggia e al Kursaal di Grottammare. L’antologica di San Benedetto del 1997, con il patrocinio di Regione, Provincia e Comune, allestita alla Palazzina Azzurra e presso la Facoltà Universitaria di Biologia Marina (ex Gil). Un ampio catalogo (Stamperia dell’Arancio Editore), a cura di Giuseppe Lista, intitolato “L’immaginario del mare”, documenterà l’evento con circa 100 riproduzioni a colori. Mario Lupo è una figura di artista cara ai suoi conterranei che amano la sua pittura comunicativa dalla figurazione che si rifà a sentimenti dominanti nei substrati popolari. Ecco allora le attese delle donne dei pescatori davanti ai flutti in tempesta, le visioni idilliache ma non troppo, di gabbiani ondeggianti in cieli azzurri o di visioni paesaggistiche che invitano alla contemplazione. Nel complesso la produzione di Lupo appare sofferta nei contorcimenti dei suoi alberi; nella tematica religiosa raffigurante per lo più il dramma della morte dell’uomo Dio; nei personaggi ricurvi su se stessi ad indicare una condizione umana mai libera da drammi veri o presunti.”