Trubbiani Valeriano (Grafica)

Biografia

Valeriano Trubbiani nacque a Macerata il 2 dicembre del 1937. Il padre era un mastro ferraio riparatore di attrezzi agricoli in una civiltà ancora fortemente legata alla terra. Nel 1956 conseguì il diploma all’Istituto d’arte di Macerata, per poi trasferirsi a Roma dove frequentò l’Accademia di Belle Arti. Fu in questi anni che l’artista frequentò l’ambiente intellettuale romano, stringendo rapporti con Edgardo Mannucci, Gino Marotta, e con esponenti del Gruppo 58 di Napoli tra cui Guido Biasi e Lucio Del Pezzo. Se la sua attività espositiva iniziò già sul finire degli anni ’50 come pittore di ispirazione espressionista-surreale, è dopo esser tornato a Macerata nel 1960, che iniziò a realizzare sculture in metallo nell’officina del padre[1], che lo portarono ben presto alla partecipazione alla Biennale dei giovani artisti a Parigi del 1963, a cui seguirono la Biennale di San Paolo del Brasile nel 1965 ed alla Biennale di Venezia del 1966. Fu questo il periodo in cui Trubbiani utilizza elementi preesistenti che smonta e combina con oggetti trovati, oppure delle successive macchine belliche, in cui realizza complessi macchinari di sofferenza e morte.