Nel 1950 frequentra il liceo artistico di Roma e incontra Renato Guttuso di cui diviene allievo, amico e collaboratore.. Le sue prime opere sono ispirate a Carlo Carrà e Giorgio de Chirico. Poi, aderisce al realismo espressionista, al neorealismo con un linguaggio proprio. Insegna pittura presso le accademie di Firenze, di Milano e di Roma[3]. Nel 1963 una sua opera viene esposta alla mostra Contemporary Italian Paintings, allestita in alcune città australiane. Nel 1973 vince il Premio Fiorino di Firenze. Quanto illustratore Turchiaro ha illustrato le poesie di Rocco Scotellaro e Márcia Theóphilo. Il linguaggio di Turchiaro è dominato dalla figura umana e animale. Le sue rappresentazioni animali (pesci, uccelli) ricordano il carattere “naturale” degli uomini. Chiara Caporilli disse delle sue opere: «Alla fine degli anni Cinquanta si interessa alla cultura esistenzialista, con una pittura più cupa, in cui le figure vengono ritagliate su sfondi indistinti in un abbassamento generale dei toni della tavolozza. Successivamente l’artista approfondisce le tematiche legate al conflitto tra natura e società, istinto e cultura, arte e tecnologia, avvicinandosi alla lezione di Legér. … Nei primi anni Ottanta si fa strada una poetica fantastica in cui gli animali sono simboli dell’immaginario personale dell’artista, che aspira a una pacificazione fra società contemporanea e natura istintuale.» 1554: “Circolo De Santis”, Cosenza (prima personale) 1955: VII Quadriennale di Roma; 1965: IX Quadriennale di Roma; 1969: Galleria d’arte Santacroce, Firenze; 1972: Biennale di Venezia; 1978: Biennale di Venezia (sala personale); 1990: Palazzo Braschi di Roma, antologica; 2005: Castello Aragonese di Reggio Calabria, antologica.