(Bergamo, 7 giugno 1900 – Bergamo, 1º giugno 1980) è stato un pittore italiano. Dopo aver frequentato nella città natale il ginnasio e l’istituto tecnico, si arruolò volontario a 17 anni, combattendo durante la Prima Guerra Mondiale nella battaglia di Caporetto, seguendo nel 1920 le legioni di Gabriele D’Annunzio nell’impresa di Fiume. Incoraggiato dal padre, cominciò lo studio del disegno frequentando lo studio di Giuseppe Siccardi. Nel 1925 allestì la sua prima personale a Bergamo, esponendo all’Accademia Carrara e poi in varie mostre provinciali e regionali. Partecipò nel 1932 alla Biennale di Venezia (premio La Colomba) e poi con mostre personali o collettive in quasi tutte le città italiane, nonché in Svizzera e in Germania. Membro della Società di Cultura e per dieci anni fiduciario del Sindacato delle Belle Arti della città, fu segretario e fra i principali organizzatori del Premio Bergamo. Amico di Ottone Rosai, con il quale dipinse in varie osterie, conobbe bene Filippo Tommaso Marinetti, Felice Casorati, Ardengo Soffici, Renato Guttuso e altri celebri artisti del tempo. Varie fasi caratterizzarono la sua ricerca: dagli influssi giovanili che risentono della pittura trecentesca, fino alla pittura metafisica, simbolica e infine in una ricerca “novecentista” (considerata da Pietro Mosca “veramente notevole”) ricca di espressivo intimismo, testimoniato soprattutto dalla pregevole ritrattistica, conservata in alcune collezioni private. Come scrisse su di lui Amanzio Possenti: “Masseroni fu artista di invenzione, che assegnò ad essa il ruolo predominante di una fantasia capace di conquistare le vette della libertà espressiva e di dare – dell’immagine – non l’involucro narrativo, ma piuttosto la liberante essenza interiore.” Sergio Tiraboschi afferma: “In Masseroni trasparivano serenità del microcosmo familiare, convulsione e contraddizione al di fuori. Da cui forse la malinconia della sua pittura, una malinconia dolce, che traspare dai visi delle sue ‘madri’ e delle sue ‘madonne’, che si concretizza nell’impasto e nell’accostamento dei colori che non sono mai violenti, che non presentano mai bruschi contrasti. “Dalla presentazione del Ministro Egidio Ariosto Celebrare l’anno internazionale del fanciullo attraverso l’arte tanto delicata ed umanissima di Masseroni |…| è e resta un’iniziativa di grande sensibilità.|…| Sento di dovermi felicitare quindi col Presidente avv. Vittorio Polli. Dalla lettera di Vittorio Polli |…| Ti scrivo perché vorrei che restasse qualche traccia di questo giorno. Si inaugura oggi la mostra dei tuoi dipinti nella sede del Museo della Valle. Tu ed io abbiamo in comune una conoscenza di questi paesi, che risale agli anni della nostra adolescenza; e anche un’intatta amicizia che comincia lontano nel tempo. Non sono un critico perciò non intendo fare della critica; non ho un vocabolario adatto e non so usare sibilline parole tanto care ai professionali|…| Meno che meno inventare le intenzioni che tu hai avuto nel dipingere. Spero che ti accontenterai di un po’ di storia e di qualche nostro personale ricordo.|…| Bufere ed uragani sono stati frequenti negli ultimi trent’anni nel mondo delle arti figurative. Gli sconvolgimenti hanno fatto riflettere, hanno allettato e a volte hanno fatto mutare rotta a molti pittori. Giulio Masseroni ha continuato a lasciarsi dettare figure, volti e colorazioni, dal di dentro, da se stesso, dalla sua anima di artista.|…| E forse c’è anche un po’ di presunzione quando ci si trova contenti di quello che si indovina nell’opera di un valido artista: guardando, pensiamo di trasferire in noi una sconosciuta facoltà d’intuizione, qualche sorriso, qualche tristezza, qualche cosa che proviene da questa umanità dipinta della quale siamo tanto curiosi. |…|